Michele Sambaldi, General Manager di Pellicano Hotels, è stato intervistato da Beatrice Odelli ed ha raccontato della sua carriera nell’ospitalità, dei suoi progetti e di come un hotel può elevare la sua esperienza tramite comunicazione ed emozioni.
Beatrice: Buongiorno Michele da dove mi rispondi?
Michele: Buongiorno, rispondo da Roma dove abito da circa dieci anni e dove abbiamo gli uffici centrali della Pellicano hotels.
Beatrice: Di dove sei originario?
Michele: Vengo da Livorno. A 19 anni, sono andato via da casa per giocare a pallacanestro a livello professionistico nelle serie minori. Mentre giocavo ho portato avanti anche i miei studi e mi sono laureato in economia e commercio, dopo la laurea ho studiato per diventare commercialista, ma non era “la mia tazza di tè”, era un lavoro troppo statico.
Beatrice: Come hai conosciuto il mondo del turismo?
Michele: Grazie ad un professore dell’università mi sono interessato al turismo e per questo ho approfondito la materia al MIB di Trieste. Questo mi ha aperto le porte ad uno stage a Milano all’hotel Bulgari nel reparto finance per sette mesi e poi, dopo un primo contratto a tempo determinato, ho avuto quello a tempo indeterminato con la prospettiva di rimanere all’interno del circuito Ritz-Carlton. Successivamente ho iniziato a fare qualche colloquio per altre compagnie e mi sono imbattuto nei miei attuali datori di lavoro, che nel 2008 avevano il progetto di strutturare in maniera più aziendale una realtà evidentemente familiare. La famiglia Sciò ha una visione imprenditoriale fuori dal comune che accoglie managerialità dall’esterno per portare competenza.
L’azienda ha una componente familiare, ma è anche strutturata. Noi diciamo spesso “corporate con anima”, perché non vogliamo perdere la nostra identità ed i nostri valori originari. Uno di questi è sicuramente il forte legame col territorio.
Beatrice: Cos’è Pellicano hotels?
Michele: È un’azienda che opera nel settore lusso dell’hospitality, guidata dalla famiglia Sciò. Il gruppo ha tre alberghi: Il Pellicano di Porto Ercole, La Posta Vecchia a Palo Laziale (vicino a Roma) e dal 2019 il Mezzatorre ad Ischia. Sono tre strutture stagionali che contano in tutto 120 camere con un fatturato di 22 milioni (ante covid) e circa 300 collaboratori in alta stagione. L’azienda ha una componente familiare, ma è anche strutturata. Noi diciamo spesso “corporate con anima”, perché non vogliamo perdere la nostra identità ed i nostri valori originari. Uno di questi è sicuramente il forte legame col territorio.
Beatrice: Qual è stato il tuo percorso in Pellicano Hotels?
Michele: Il mio percorso all’interno della Pellicano Hotels è stato di crescita professionale ma anche umana e personale. Ho iniziato come Purchasing Manager e Controller ed oggi sono Managing Director dell’azienda con un ruolo nel Consiglio di Amministrazione. Tralasciando i “titoloni”, la cosa che apprezzo di più del mio ruolo è l’opportunità di apprendimento professionale che vivo ogni giorno. Prima pensavo solo ai numeri, ora guardo al business a 360 gradi, sono affascinato dalle dinamiche delle risorse umane, del marketing e della comunicazione; soprattutto mi focalizzo sul provare a fare stare bene le persone in azienda. Vivendo il CdA ho il privilegio di partecipare, insieme alla famiglia Sciò, al disegno strategico e questo per me è davvero molto stimolante.
Il mondo alberghiero è un mondo dinamico di per sé e specialmente in un contesto post-pandemico sarà in grande ed ulteriore evoluzione. La mia scelta di lavorarci è appassionata e ogni giorno mi spendo con amore. Ci dimentichiamo troppo spesso di desideri e sogni, che sono gli aspetti più importanti nella vita personale e lavorativa.
Beatrice: Possiamo dire che lasciare l’attività di commercialista è stata una scelta saggia?
Michele: Direi proprio di sì. Da 14 anni sono alla Pellicano Hotels e non mi sono ancora annoiato del mio lavoro poiché credo nell’organizzazione e nella capacità generativa di idee che ha l’azienda. Il mondo alberghiero è un mondo dinamico di per sé e specialmente in un contesto post-pandemico sarà in grande ed ulteriore evoluzione. La mia scelta di lavorarci è appassionata e ogni giorno mi spendo con amore. Ci dimentichiamo troppo spesso di desideri e sogni, che sono gli aspetti più importanti nella vita personale e lavorativa.
Beatrice: Ci sono altri progetti sulla tua scrivania oggi?
Michele: Recentemente, seguendo ilsogno di contribuire alla crescita turistica di Ischia, mi sono fatto promotore di “Ischia is more”: una rete di imprese trasversale. Al suo interno annovera un gruppo di persone che provano a vedere Ischia in modo diverso. Per il momento è una entità giuridica che partecipa a bandi per attrarre finanziamenti necessari ad investire nella visibilità di una destinazione, quella ischitana, dall’enorme potenziale. Questo progetto meriterebbe un impegno più intenso, per ora il gruppo è fatto di volontari, ma abbiamo già creato domanda e stimolato una cultura legata a partecipazione, fiducia e collaborazione. Per me “Ischia is more” è un nuovo metodo, qualcosa che ognuno può offrire al territorio come best practice.
Beatrice: “Ischia is more?” In che senso “more”?
Michele: È più di quello che dice di essere, di quello che prova ad essere, c’è ancora tanto che deve dire e soprattutto c’è ancora tanto che può e deve dare. È un impegno più civico della cittadinanza stessa per stimolare le istituzioni ed i privati per il rilancio della destinazione. Spesso i giovani non hanno voce, per questo ho deciso di tender loro la mano e fare un ascolto attivo. Ho così attivato un bel dialogo con ischitani brillanti. Questo discorso si lega ad una mia sfida professionale per il futuro: vedo una grande distanza tra scuola superiore e università e mondo le lavoro. Vorrei che le aziende creassero sinergie con le università attivando uno sportello di condivisione e scambio. Credo che i manager dovrebbero mettere civicamente a disposizione delle ore mensili per fare attività di mentoring ai giovani. Oggi i giovani hanno una minore propensione ad entrare in azienda, perché hanno un sistema valoriale diverso e talvolta a loro mancano dei punti di riferimento od esempi da seguire.
Beatrice: 120 camere 300 lavoratori, una bella media lavoratore per camera.
Michele: Nella nostra realtà le persone sono sotto la lente di ingrandimento. Le risorse umane sono strutturate e fanno un lavoro eccezionale. Sappiamo bene che il sorriso del collaboratore è fondamentale e diventa parte del servizio al cliente. Inoltre, le nostre sono strutture sul mare con il concetto di resort, e hanno reparti food and beverage strutturati per far fronte all’eccellenza. Il Pellicano, ad esempio, ha una stella Michelin, che significa servizio eccellente e tanti collaboratori. I nostri alberghi sono anche poi aperti agli esterni per un aperitivo, un massaggio, un acquisto in boutique o un pranzo.
Beatrice: Come è stato l’ultimo anno?
Michele: È stato personalmente un anno molto complicato da un punto di vista emotivo. C’è stato un susseguirsi di emozioni sia professionali che personali. Un mix di incertezza e speranza. Ho avuto la sensazione che l’impegno si triplicasse. Sono molto fiero che il gruppo abbia cercato di tenere inalterati i valori aziendali e abbia anticipato l’ammortizzatore sociale. Ha salvaguardato il business con una visione legata al capitale umano. La stagione del 2020 ha avuto risultati ovviamente negativi, ma ci siamo portati a casa degli elementi davvero positivi in termini di analisi. Oggi la clientela italiana è diventata la prima, in passato era quarta. Questo dato può sembrare ovvio da un lato, ma considerando l’elevata ADR è stata una scoperta vedere che c’è potenzialità per il mercato italiano anche futuro .
Il futuro del settore dipenderà dalla riattivazione dei collegamenti aerei e dal piano vaccinale. Questa esperienza segnerà il business e il modo di viaggiare per un po’. Quelli che avranno capito più cose e più velocemente sono quelli che usciranno dalla stagnazione. La ripartenza è concreta.
Beatrice: Come è il presente?
Michele: In questi 15 mesi abbiamo fatto tesoro di questi. È un momento di stanchezza, ma è il momento di metterla sotto il tappetino perché le cose stanno ripartendo. Giugno non è stato ancora soddisfacente, ma vediamo segnali positivi per luglio, agosto e settembre, abbiamo anche lanciato una campagna per ottobre. È importante condividere l’idea di tenere le destinazioni aperte per ottobre. Nella Costiera Amalfitana o Sorrentina questo già succede, ma ad Ischia no. Sull’isola ad ottobre ci sono 30 gradi ed è un peccato non approfittare.
Beatrice: Come vedi il futuro?
Michele: Il futuro del settore dipenderà dalla riattivazione dei collegamenti aerei e dal piano vaccinale. Questa esperienza segnerà il business e il modo di viaggiare per un po’. Quelli che avranno capito più cose e più velocemente sono quelli che usciranno dalla stagnazione. La ripartenza è concreta.
La pandemia ha creato un mondo dipendente dal digitale e l’essere presente sul digitale può aumentare la possibilità che l’ospite ci scelga. La comunicazione va fatta con obiettivi evocativi, sul sogno. Il lusso arriva al risultato attraverso l’evocazione. Il cliente va stimolato con l’emozione, con foto e testi. Il sogno è un bisogno dopo la pandemia, così come il riposo ed il contatto con la natura. Tutti i tipi di turismo che portano a scoprire paesaggi che toccano il cuore non hanno prez
Beatrice: Perché l’ospite vi sceglie secondo te?
Michele: Per il nostro settore la reputazione del brand è la cosa più rilevante. La reputazione può essere declinata in vari aspetti come: i protocolli sicurezza e la tutela del soggiorno stesso, la flessibilità della cancellation policy, il contatto voice con il booking. La pandemia ha creato un mondo dipendente dal digitale e l’essere presente sul digitale può aumentare la possibilità che l’ospite ci scelga. La comunicazione va fatta con obiettivi evocativi, sul sogno. Il lusso arriva al risultato attraverso l’evocazione. Il cliente va stimolato con l’emozione, con foto e testi. Il sogno è un bisogno dopo la pandemia, così come il riposo ed il contatto con la natura. Tutti i tipi di turismo che portano a scoprire paesaggi che toccano il cuore non hanno prezzo.
Beatrice: Un pensiero per concludere.
Michele: Sono soddisfatto che la semina di credibilità che abbiamo fatto si sia trasformata in risultati concreti. Il brand ha una connotazione internazionale ed è riconosciuto per i suoi standard eccellenti. Questi risultati ci fanno capire che il lavoro e l’impegno pagano e ci fanno considerare come soggetto di benchmark.
Contact the TrustYou team today to request a demo and further discuss a TrustYou Guest Experience solution specially tailored for your hotel.